Deborah Schiavo

Esiste l’inconsistenza aziendale? – ispirato da “Pride and Prejudice”​, Jane Austen, 1813.

“Pride and Prejudice” è un romanzo di Jane Austen del 1813. Autrice britannica molto famosa. Soprattutto per chi ama il genere storico-romantico. In questi giorni ho guardato e riguardato la versione cinematografica del 2005 di Joe Wright, che ha come protagonista Keira Nighthley. L’atmosfera romantica di questo film mi dà sempre un gran senso di pace. Oltre alle ambientazioni inglesi di quel periodo. Ma, mettendo da una parte la protagonista e la storia d’amore, mi piace molto la figura del padre. Un uomo che parla poco, ma che rivela una profonda interiorità. L’attore è anche di rilievo: un Donald Sutherland che risulta intenso e molto commovente nelle sue poche apparizioni.

E una di queste ha bloccato la mia attenzione: quando egli definisce la “stupidità infantile” di una delle sue figlie più giovani, una quindicenne che ha degli atteggiamenti vuoti e sciocchi nel rapportarsi con la società (e col genere maschile) di allora.

“Lydia non sarà mai tranquilla finché non affronterà la vita di società da sola. […].

La protagonista, Elizabeth, lo ammonisce: “Se voi caro padre non vi prendete la pena di frenarla sarà marchiata come la più sciocca civetta che abbia mai messo in ridicolo la sua famiglia”.

[…] “Sono certo che gli ufficiali troveranno fanciulle più attraenti cui volgere le loro attenzioni. Speriamo dunque che stare a Brighton le dimostri la sua inconsistenza. E in nessun caso potrà peggiorare. Se dovesse accadere saremmo obbligati a rinchiuderla per sempre”.

Mi ha molto colpita la parola INCONSISTENZA. Una parola che può risultare antiquata. Poco usata al giorno d’oggi. Soprattutto se applicata a dei comportamenti. “Comportamenti inconsistenti”, che precludono la considerazione di altre persone, proprio perché “non contengono nulla, sono privi di sostanza”.

Per definizione: inconsistènza s. f. [der. di inconsistente]. – Qualità, condizione di ciò che è inconsistente; […] mancanza di consistenza, privo di solidità e fondamento, che non regge alla prova o alla confutazione, contraddittorio, poverissimo di concetti, vuoto.

L’inconsistenza, come nella vita, si incontra tutti i giorni anche nelle aziende. Non si tratta, certo, dell’inconsistenza di una ragazzina di quindici anni (come nel film), ma il principio è lo stesso. Una mancanza di maturità e di attenzione, una spregiudicatezza vuota, mascherata da progetti che non trovano termine o risultati, l’incapacità di lavorare in modo produttivo e di guardarsi da un’altra angolazione, la convinzione che quello che si è fatto basterà. Individuare questo atteggiamento lavorativo e cercare di portare le persone alla consistenza, alla concretezza è molto importante. Per non perdere tempo e risorse.

Il che non significa prendere decisioni in modo affrettato o perseguire dei percorsi solo per fare, senza prendersi il tempo di analizzarli e, magari correggere il tiro. Significa non perdere il FOCUS.

Perché tenere il FOCUS è molto difficile. Tra mille pensieri, mille cose da fare, risposte da dare, soluzioni da trovare.

Non possiamo permetterci di perdere la lucidità dell’obiettivo finale e del percorso per raggiungerlo. I guru americani del marketing internazionale dicono che un imprenditore non può avere più di TRE obiettivi in un anno. E che possiamo aggiungerne uno nuovo solo quando uno dei tre è conseguito.

Cosa tenere a mente per evitare di cadere nell’inconsistenza aziendale?

  • definire in modo chiaro il / i nostri Focus, gli obiettivi
  • fare analisi sul percorso da seguire, tracciarlo, definirne le tappe
  • stabilire delle scadenze di check-up del percorso e dei feedback ottenuti
  • apportare i cambiamenti che servono, se l’obiettivo si allontana invece di avvicinarsi
  • non inserire altri progetti che ritardino/blocchino quello in atto. Si inizia e si porta a termine. Salvo la sospensione, se l’analisi intermedia ha svelato che non ha più senso continuare.
  • non mollare e crederci. La costanza e l’impegno daranno risultati. A patto che tutto sia fatto in modo non casuale, ma con intelligenza e analisi

Sembra tutto chiaro e perfino scontato. Ma, se guardiamo noi stessi e i nostri progetti, quante volte siamo interrotti, demotivati, stanchi e sfiduciati. O distratti da altre cose, da nuovi entusiasmi. O anche paurosi di andare fino in fondo. Tutto questo fa perdere tempo e risorse. 

Gli obiettivi sono sempre più complicati e sfaccettati da raggiungere. Il tempo poco e i costi alti.

Il Focus in azienda crea metodo e genera risultati. Evita l’inconsistenza, costruisce la nostra reputazione.

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